Franco Grignani a Chiasso fra arte, grafica e fotografia

Franco Grignani

Una mostra di sicuro interesse se ti occupi di grafica, fotografia e arte è quella che il m.a.x. di Chiasso dedica ad un personaggio di spicco del panorama graphic/artistic internazionale della seconda metà del Novecento.

La mostra intende presentare, in forma antologica, il lavoro di una vita di Franco Grignani ed il percorso espositivo si snoda attraverso i tre settori esplorati dall’opera di questa storica figura: fotografia, grafica e design, arte.

Dal 17 febbraio 2019 al 15 settembre 2019 avrai l’opportunità di conoscere la complessità di questo instancabile “ricercatore visivo”: in esposizione troverete immagini fotografiche, opere pittoriche, logotipi, materiali originali legati alla grafica e alla comunicazione pubblicitaria, oggetti di design.
La ricca scelta di opere e materiale di archivio, in parte è inedito, ripercorrere l’evoluzione artistica di Franco Grignani, dalla sua iniziale sperimentazione fotografica alla grafica pubblicitaria e alla Optical Art. In particolare il m.a.x. intende evidenziare anche la stretta relazione tra Franco Grignani e numerosi giovani grafici svizzeri, che hanno inteso la loro esperienza nel suo studio di Milano come un vero e proprio laboratorio di apprendimento e formazione professionale. In questo senso viene rilevato negli anni un interessante “filo diretto” artistico con la Svizzera, lungo l’asse Basilea – Zurigo – Milano.

Il grande pubblico riconduce la figura di Grignani ad un marchio, quello della Pura Lana Vergine da lui creato nel 1964. Ma quel marchio è solo uno delle sue illustri creazioni grafiche; artista ed intellettuale sempre proteso ad approfondire la percezione dell’immagine e delle “regole” che ad essa sono sottese, convinto che: “l'immagine raggiunge la sua dinamica unità per mezzo di vari livelli di integrazione: tensione, ritmo, armonia matematica. L'esperimento è il risultato di un conflitto fra forze esterne ed interne, fra due forze dinamiche e forze di riferimento".

Grignani è definibile come un “ricercatore visivo” e la funzione che la fotografia ha svolto in questo suo percorso è stato determinante. La fotografia ed i processi ad essa collegati permettono di vedere oltre quello che l’occhio umano può indagare. Raccontava: “Io cerco ciò che non esiste, quello che è al di là del reale. L’occhio umano ha dei limiti, ad un certo punto non va oltre. Anche il nostro occhio è tarato. La velocità dunque obbliga la mente ad intervenire per supplire alle difficoltà, alle incertezze del nostro occhio. Così io altero la prospettiva, cerco forme impossibili, entro nel labirinto delle distorsioni”.

Franco-grignani-mostra

A coinvolgerlo fin dall'inizio sono quindi le modalità con cui l'occhio umano percepisce le immagini. Dietro ogni sua rappresentazione c'è uno studio rigoroso non solo delle linee e delle prospettive ma anche dell'impatto visivo. Grignani aveva studiato sia matematica che architettura per dare struttura e contenuto alla sua esplorazione dei processi percettivi.

Per Grignani l’immagine diviene un punto di partenza, lo spazio necessario per incontrare altri spazi, servendosi del mosso e del flou, di sovrapposizioni per andare oltre la realtà delle cose, per penetrarle in una dimensione diversa, per allargarne il significato. Nelle sue fotografie un semplice punto diventa una scia e per approfondire il principio della dinamica della percezione, dal taxi riprende le strade e i grattacieli di New York. Creerà fotografie sperimentali realizzate per sollecitare l’intuito e la percezione, per portarci a trasformare la realtà in visione creativa.

Fin dalle prime prove l’attività artistica è filtrata attraverso una continua osmosi dall’architettura alla fotografia, dalla grafica alla pittura.
Grignani, nato a Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia, si laurea in architettura a Torino, si getta nelle esperienze del secondo futurismo, dell’astrattismo geometrico e dell’arte concreta.

La vicenda professionale di Grignani tra il dopoguerra e gli anni 70 lo vedrà immerso nella comunicazione editoriale, pubblicitaria e grafica. Nel periodo del pieno sviluppo economico italiano, Grignani lavora come grafico per la grande committenza: per clienti quali Pirelli, Arnoldo Mondadori Editore, Fiat, Ermenegildo Zegna; e in qualità di grafico disegna marchi (tra cui Camiceria Cinquini di Bergamo, Chemi, Galleria Peccolo di Livorno, Montesud, Solo Seta Sempre Seta, Aerhotel, Breda Nardi, Ceramiche Falcinelli, Centro Cultura Giancarlo Puecher, Galleria S.Fedele) e cura campagne pubblicitarie.

La sua opera pittorica, che anticipa l’optical art, è dedicata alla polisensorialità basata su nuovi parametri visivi: ad esempio, le forme virtuali, realizzate attraverso l’intervento diretto sull’immagine di movimenti fisici quali rotazioni, torsioni, progressioni, accelerazioni, scissioni, deformazioni; oppure ricostruite grazie a nuove prospettive da cui osservare l’immagine, come la riflessione su specchi deformanti o su vernici e metalli; o ancora ricostruendo la visione ai margini del campo visivo, dove lo sguardo entra in uno stato di sub-percezione, o percezione passiva.

Dompe-Grignani

Nel 1980, la Nuova Accademia di Belle Arti, NABA, gli chiede di entrare a far parte dello staff docente. E’ l’inizio di una lunga esperienza di insegnamento, che si coniuga con una incessante attività di ricerca e con la realizzazione di opere dall’impianto matematico sempre più complesso.

La sua è sempre stata una ricerca sulla "verità della forma visiva" applicata ad ogni sua attività e creazione artistica, come le diverse sezioni di questa mostra ben evidenziano.

Potremmo concludere affermando che Franco Grignani ha usato la grafica per divulgare la sua arte, ha sperimentato la fotografia per cogliere le mille posture del movimento e ha usato l’arte per fissare tutto ciò in cicli pittorici tesi a conquistare la bellezza del vedere.

La mostra è il frutto della ricerca effettuata sull’Archivio privato Manuela Grignani Sirtoli, sul Fondo Lanfranco Colombo di proprietà della Regione Lombardia e conservato al MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo-Milano) e su Fondi specifici dell’Aiap Associazione italiana design della comunicazione visiva e del suo CDPG (Centro di Documentazione sul Progetto Grafico), e su importanti collezioni d’arte private italiane e svizzere.

L’esposizione è curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini.

La sezione fotografica della mostra sarà esposta nel febbraio del 2020 al MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo-Milano).

La mostra presenta un soddisfacente panorama della produzione di Franco Grignani, declinato nei tre ambiti tematici. Globalmente sono esposti 300 materiali allestiti nelle sale del m.a.x museo in tre sezioni: 250 opere di grafica, una ventina di opere d’arte a grande formato (olio o tempera acrilica) e circa trenta stampe fotografiche vintage.

Speriamo che nostra segnalazione di questa esperienza didattica/culturale ti sia ben gradita e contiamo di esserti d’aiuto per tutte le tue esigenze ludico/conoscitive che ciascun bravo professionista deve coltivare.

Ti aspettiamo sul nostro sito flexprint.it per aggiornamenti, approfondimenti e ulteriori indicazioni di altrettanti affascinanti appuntamenti espositivi